Le abitudini viziate: cosa sono?

Con la definizione abitudini viziate, che associa due termini solitamente contrapposti, ci si riferisce ad alcuni comportamenti reiterati nel tempo. Inizialmente normali, questi comportamenti diventano viziosi, e quindi inappropriati, quando protratti oltre il momento corretto della loro prevista scomparsa.

L’uso del ciuccio (tettarella)

Tra le abitudini viziate, l’esempio classico è rappresentato dall’uso del ciuccio. Questo è uno strumento che gratifica la funzione innata della suzione che il bambino ha fin dalla nascita. Attraverso la suzione non nutritiva, il bambino si calma, tampona lo stimolo della fame e si rassicura.

Adoperato moderatamente nelle prime fasi di vita può svolgere un ottimo servizio, ma il suo uso prolungato nel corso della giornata e protratto nel tempo diventerà un elemento condizionante il suo sviluppo orofacciale. Talvolta il bambino sostituisce il ciuccio con un dito, generalmente il pollice, anche se non mancano usi creativi delle falangi. Essendo la consistenza del dito maggiore di quella del ciuccio e la sua disponibilità fuori dal controllo dei genitori le conseguenze possono essere ancora maggiori.

La deglutizione atipica

Altra abitudine potenzialmente dannosa è rappresentata dalla deglutizione atipica, ovvero il mancato passaggio della deglutizione da infantile ad adulta. Durante l’allattamento il bambino ha un tipo di deglutizione che comporta un posizionamento della lingua tra le arcate prive di denti e che facilita la spremitura del capezzolo. Successivamente in seguito alla comparsa dei primi denti ed all’inizio dello svezzamento, la deglutizione si modifica nella sua forma adulta, caratterizzata da un posizionamento della lingua più in alto, contro il palato.

Alcuni bambini mantengono viceversa l’abitudine a porre la lingua tra le arcate e ciò può comportare un’alterazione dell’eruzione dentale o lo spostamento dei denti appena comparsi. Se non contrastata, questa abitudine può avere ricadute negative anche sulla dentatura permanente e talvolta su alcuni aspetti dello sviluppo scheletrico della parte inferiore del viso.

La respirazione orale

Un’altra abitudine viziata è rappresentata dalla respirazione orale (respirazione a bocca aperta anche con vie aeree libere). Questa è spesso conseguenza di un ingrossamento di lunga durata di adenoidi e tonsille che altera la respirazione, la quale, non di rado, permane alterata anche dopo la loro rimozione. Può infatti capitare che il bambino prenda l’abitudine di respirare a bocca aperta, facendo mancare a guance e labbra il tono muscolare derivante dall’esercizio della loro corretta funzione.

La tonicità muscolare facciale di un respiratore orale è completamente diversa da quella di un bambino che respira correttamente e ciò si manifesta in una alterazione dello sviluppo cranio-facciale con il conseguente stabilirsi di una morfologia facciale nota come “faccia lunga”. Corretta precocemente tale situazione evita trattamenti estremamente complessi e dall’esito incerto.

Serramento, bruxismo e digrignamento

Infine da segnalare tra le abitudini viziate una attività eccessiva ed incontrollata dei muscoli elevatori della mandibola (quelli preposti a chiudere la bocca) che può presentarsi nelle diverse forme note come serramento, bruxismo e digrignamento notturni, ma talvolta anche diurni.
Si tratta di aspetti diversi della stessa alterazione funzionale (parafunzione) in cui si combinano diversamente attività puramente statiche (serramento: aumento della durata e della intensità del contatto tra le arcate) con componenti dinamiche (scivolamento in corso di serramento) queste ultime molto dannose sia sui denti che su tutte le componenti dell’apparato masticatorio (muscoli e articolazioni temporo-mandibolari).

L’origine di questi fenomeni non è ancora completamente nota ed in base all’età può assumere caratteristiche diverse; a volte possono essere scatenati da semplici spine irritative, come un dente deciduo dolente prossimo all’esfoliazione (alla caduta), altre volte essere connessi a fasi di maturazione del sistema nervoso centrale che verso i 6-7 anni si struttura maggiormente. Si pensa poi possa sussistere una correlazione con episodi di apnee notturne o difficoltà respiratorie: in tali casi il movimento mandibolare potrebbe comportare un aumentato flusso d’aria nelle vie aeree. Quando però il bruxismo si protrae nel tempo è più probabile che si tratti di un fenomeno di origine “centrale” (al pari di un “tic”) il cui approccio può richiedere competenze più complesse, anche di tipo psicologico cognitivo-comportamentale.

L’ortodontista è lo specialista che intercetta i problemi derivanti  dalle abitudini viziate del bambino.