Al termine di un trattamento ortodontico, qualunque esso sia, è necessario un periodo di contenzione in cui tramite apparecchiature mobili e controlli si monitora nel tempo il risultato ottenuto per evitare recidive. E’ una sorta di periodo di “assestamento guidato” in cui l’adattamento della nuova occlusione si stabilizza.
Tipologie di apparecchi ortodontici di contenzione utilizzati:
- posizionatore: è un apparecchio in gomma morbida simile ad un paradenti, che nonostante abbia il vantaggio di essere mobile, fa parte ancora della terapia attiva perché permette dei piccoli movimenti dentali. Tramite degli esercizi da fare a casa, permette il raggiungimento di un’occlusione perfetta, determinando quei piccoli movimenti che differenziano un buon risultato da un risultato eccellente.
- placca di Boston superiore: apparecchiatura mobile di contenzione passiva, da portare solo durante la notte al termine del trattamento attivo. Lasciando libere le superfici occlusali dei denti, permette un adattamento dell’occlusione più fisiologico e naturale
- splintaggio Zachrisson inferiore saldato al laser: è provato dalla letteratura scientifica che le maggiori recidive post trattamento ortodontico avvengono nell’arcata inferiore ed in particolare nel settore anteriore compreso tra i due canini. Per scongiurare questo rischio al termine di tutte le terapie i denti vengono splintati insieme attraverso un piccolo filo metallico creato in laboratorio su misura, che viene cementato sulla superficie linguale dei denti. A differenza degli spillati standard, il metodo Zachrisson ha vari vantaggi:
- poiché saldato al laser in laboratorio su modelli individuali del paziente, aderisce in modo preciso alle superfici dentali risultando praticamente invisibile e confortevole
- mantiene il risultato raggiunto senza creare discomfort al paziente
- facilita le manovre di igiene domiciliare perché cementato solo sui canini inferiori e non su tutti i denti compresi tra i due canini